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Gli studi confermano l'influenza positiva della programmazione sul cervello umano!


4 minuti di lettura

Gli effetti positivi e negativi dei videogiochi sullo sviluppo dei bambini sono stati ampiamente dibattuti negli ultimi anni. All'inizio gli argomenti sostenuti a favore e contro erano numerosi e il dibattito era sempre più acceso. Successivamente, le polemiche si sono placate, ma il tema continua a suscitare pensieri discordanti. La programmazione, allo stesso modo, viene considerata ancora da tanti come una "perdita di tempo davanti allo schermo". Tuttavia, si è scoperto che la programmazione, così come i videogiochi, può avere un'influenza positiva sul cervello e sul modo di pensare dei bambini. Continua a leggere per saperne di più!

Breve introduzione

In questo articolo vorremmo approfondire l'influenza positiva della programmazione sul cervello dei bambini. Ci baseremo sia sulla nostra esperienza personale che sulla ricerca scientifica.

Uno dei luoghi comuni più diffusi è che la programmazione sia monotona e non permetta di lavorare in maniera creativa. Naturalmente non è così.

L'apprendimento di un linguaggio di codifica è solo un tassello della programmazione. Un buon programmatore non deve solo padroneggiare il linguaggio, ma anche essere in grado di pensare in modo logico e analitico.

Secondo recenti ricerche, la programmazione può avere un impatto significativo sul cervello. Naturalmente, questo non significa che imparare a programmare ti trasformerà nel nuovo Sherlock Holmes, perché non funziona così! Tuttavia, la programmazione ha un notevole impatto sulla capacità di elaborazione del pensiero.

Parliamo ora degli studi

Sono stati condotti numerosi studi che confermano l'impatto positivo della programmazione sul cervello umano. Nel 1991 gli scienziati hanno dimostrato che esiste un forte legame tra l'apprendimento della programmazione e lo sviluppo delle capacità cognitive.

Gli scienziati hanno invitato un totale di 65 studenti a partecipare all'esperimento dividendoli in due gruppi: un gruppo di studenti che aveva frequentato corsi di programmazione e un altro che non li aveva frequentati. I risultati sono stati inaspettati! Quando sono state testate le abilità cognitive, il gruppo che ha seguito corsi di programmazione ha ottenuto il 16% di risultati migliori.

Un altro studio, condotto tra il 1999 e il 2009 ha dimostrato che l'apprendimento del coding può accelerare il processo di assorbimento delle conoscenze. Di conseguenza, la nostra memoria migliora e il cervello viene costantemente allenato, rendendolo più sano e più resistente a demenza e Alzheimer.

Il cervello di un programmatore è diverso da quello di una persona normale?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo concentrarci sul concetto di modelli mentali. Il nostro cervello crea delle rappresentazioni di situazioni reali. Vengono creati in base alla nostra immaginazione o a ciò che vediamo in quel momento.

I modelli mentali svolgono un ruolo fondamentale nel processo di assimilazione dell'informazione. Questo è evidente nell'esempio dell'apprendimento del primo linguaggio di codifica.

Durante l'apprendimento, nel cervello si formano nuovi modelli mentali che possono aiutare a migliorare le capacità di risoluzione dei problemi. Di conseguenza un cervello abituato a un particolare modello mentale farà fatica a crearne di nuovi durante l'apprendimento di un'altra lingua. Il modello di pensiero già formato è poco malleabile e difficile da modificare.

Il coding è un po' diverso, perché non ci si può concentrare solo su un linguaggio o su un problema. Si tratta di un sistema in continua evoluzione e bisogna pensare fuori dagli schemi per capire e risolvere i problemi.

I programmatori, di conseguenza, non solo sono analisti migliori, ma hanno anche una memoria migliore. L'aspetto più importante è che ciò è dovuto principalmente al loro allenamento mentale metodico, piuttosto che a predisposizioni genetiche.

La risonanza magnetica svelerà la verità!

Nel 2014 è stato condotto uno studio mediante risonanza magnetica su un gruppo di 17 programmatori. I centri cerebrali responsabili della memoria semantica e operativa sono risultati i più attivi.

Inoltre, i centri cerebrali responsabili del conteggio e del pensiero logico non erano altrettanto attivi. Secondo la ricerca, quando programmiamo attiviamo le stesse parti del cervello che attiviamo quando impariamo una nuova lingua.

In sintesi, il coding aiuta a sviluppare non solo il pensiero logico e analitico, ma anche la memoria semantica e operativa. Il nostro cervello viene costantemente allenato, il che può contribuire alla prevenzione del morbo di Alzheimer, della demenza e della degenerazione neuronale. Possiamo anche elaborare più informazioni contemporaneamente.

Uno studio dimostra chiaramente che imparare a codificare può portare molti benefici, non solo per il nostro futuro lavoro, ma anche per la nostra salute. Lo stereotipo del programmatore pallido e cagionevole si è rivelato infondato! La programmazione è uno dei lavori intellettuali più impegnativi e vale la pena dedicarvi del tempo, a patto che risulti appagante e divertente.




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